Divisioni di Comunioni e Mediazione Civile

Cos’è una divisione e che rapporto ha con la mediazione civile?

Chi vuole ottenere la divisione di uno o più beni, detenuti in comunione con altri, deve esperire un tentativo di mediazione (D.Lgs. 28/2010, art. 5), per provare a dividere i beni, evitando una causa lunga, faticosa e spesso insoddisfacente, che può svalutare i beni da dividere.

La divisione di comunioni è un istituto giuridico che il legislatore ha predisposto per evitare i litigi continui tra i comproprietari o “comunisti” (che hanno in comune una proprietà): i comproprietari litigano quando non riescono ad accordarsi su come amministrare il patrimonio comune – communio est mater rixarum, “la comunione è madre delle risse”.

Si partecipa a una comunione o comproprietà per tanti motivi (p.es., dopo una successione ereditaria o dopo aver acquistato un bene per quote).

Qualsiasi comproprietario può chiedere lo scioglimento della comunione in qualsiasi momento (art. 1111 del Codice civile), magari perché vuole interrompere i rapporti con gli altri comproprietari (per motivi affettivi) o perché ha bisogno di liquidità (perciò, vuole vendere la propria quota di comproprietà) o per tutelarsi economicamente (per evitare i costi di gestione del patrimonio).

Una tipologia particolare di comunione è il condominio degli edifici, quando i piani o le porzioni di piani di un edificio appartengono a proprietari diversi (art. 1117 del Codice civile): sono oggetto di proprietà comune anche il suolo su cui sorge l’edificio, le fondazioni, i muri maestri, i tetti e i lastrici solari, le scale e porzioni ulteriori d’immobile.

La mediazione civile aiuta i comproprietari a trovare un accordo su come dividere i beni detenuti in comunione. Altrimenti, i comunisti devono affrontare una causa in tribunale, che produca lo stesso effetto della mediazione – la divisione dei beni – ma con costi decisamente superiori:

Come si divide una comunione?

Il metodo principale per dividere un bene è la divisione in natura: l’assegnazione a ciascun comunista di una porzione indipendente del bene, che consenta a ogni proprietario il godimento indipendente di tutte le caratteristiche del bene stesso (p.es., un appartamento grande si può dividere in due appartamenti indipendenti; oppure due beni diversi, entrambi goduti in comproprietà, si possono assegnare a due proprietari diversi). I creditori e gli aventi causa da un partecipante alla comunione possono intervenire nel procedimento giudiziario di divisione, per far valere le proprie ragioni (art. 1113 del Codice civile).

Invece, se la comunione riguarda beni non suscettibili di frazionamento (come un miniappartamento) o cose che, se divise, cesserebbero di servire all’uso a cui sono state destinate (come le parti comuni di un edificio), lo scioglimento in natura non può essere chiesto. In questi casi lo scioglimento si può fare solo mediante la vendita del bene, ripartendo il corrispettivo tra i titolari del diritto comune, in proporzione delle rispettive quote di comproprietà, se è possibile alienare la cosa (come nell’esempio del miniappartamento).

Infine, la compensazione delle quote di comproprietà si può operare anche per la divisione in natura, se un comunista acquista le quote degli altri, per diventare l’unico proprietario del bene intero o di una frazione indipendente del bene. Solitamente, in questi casi i comunisti litigano perché sono in disaccordo dul valore di ogni cespite: perciò, sono in disaccordo sul valore delle quote.

Come usare la mediazione in materia di divisione?

La comproprietà di uno o più beni comporta una negoziazione continua in merito all’amministrazione delle cose comuni. Perciò, la comunione comporta il mantenimento di una relazione interpersonale tra i comproprietari che può essere conflittuale, se le decisioni amministrative vengono disturbate da questioni personali: antipatie, incomprensioni, incompatibilità caratteriali o vecchi litigi rimasti irrisolti. In questi casi, quando le caratteristiche soggettive della relazione prendono il sopravvento sui problemi oggettivi, si usa la mediazione civile: un percorso di comunicazione efficace guidata dal mediatore, che aiuta i comproprietari a chiarire i malintesi, a superare i conflitti personali e a ricostruire un consenso basato sulla fiducia; oppure li aiuta a dividere il patrimonio rispettando gli interessi delle parti.

Quando i comunisti cercano una soluzione divisoria “fai da te” i comproprietari esagerano il valore dei beni che vogliono alienare (per guadagnare tanto dalla vendita della propria quota) e sminuiscono il valore dei beni che vogliono acquisire (per pagare poco le quote che vogliono comprare); e adducono motivazioni completamente contrastanti circa il valore commerciale dei cespiti da dividere.

La scienza del negoziato sa come calcolare le compensazioni delle quote in caso di valutazioni sproporzionate e divergenti:

  1. Elencare le valutazioni commerciali di ciascun comunista per ciascun cespite (tabella dei valori commerciali).
  2. Elencare le quote di proprietà di ciascun comproprietario per ciascun cespite (tabelle delle quote espresse in percentuale).
  3. Elencare le intenzioni finali rispetto alla proprietà di ciascun cespite (tabella delle percentuali di detenzione finale).
  4. Elencare le compensazioni ipotizzate implicitamente da ciascun comunista per ciascun cespite (tabella dei valori economici) e calcolare:
    • Saldo attivo o passivo di ciascun proprietario.
    • Surplus che aggregano le differenze di valore stimate dai comunisti per ciascun cespite.
  5. Distribuire i surplus di ciascun cespite in ragione delle quote di proprietà attuali (tabella dei valori da detrarre ai saldi).
  6. Calcolare le differenze tra saldi e surplus distribuiti (tabella e totali delle compensazioni effettive).

Un mediatore civile fa questo lavoro contabile, ma fa anche un altro lavoro, forse più importante: aiuta i comproprietari a cambiare il modo di comunicare; sostituisce il clima aggressivo e difensivo, tipico del conflitto, con un setting empatico, che aiuta a comprendere le emozioni personali e che facilita la coordinazione di una decisione comune condivisa.

Quanto è difficile calcolare le compensazioni di una divisione patrimoniale?

Per calcolare le compensazioni delle quote dei comunisti serve esperienza: bisogna essere abituati a ragionare in termini di proporzioni e di attualizzazioni. Ma un foglio di calcolo automatizzato per Excel e LibreOffice semplifica la vita di chi deve calcolare come compensare le quote cedute e acquisite in una divisione patrimoniale.

Ti mettiamo a disposizione il foglio di calcolo che usano i mediatori professionisti per calcolare la compensazione delle quote per le divisioni patrimoniali: costa 19,99€ e si procede all’acquisto tramite il pulsante qui a destra (bisogna inserire il CF o la PI per la fatturazione).

L’acquisto del foglio di calcolo comporta l’accettazione espressa della perdita del diritto di recesso ai sensi del D.Lgs. 206/2005 (art. 59), anche considerata l’impossibilità di restituire il bene digitale ai sensi dell’art. 57 del decreto stesso.

Il foglio di calcolo in sé non può risolvere i problemi di divisione: il foglio elettronico calcola una soluzione che armonizza matematicamente le divergenze economiche. Ma prima il metodo va condiviso con i comunisti; e la ratio dei calcoli va spiegata; poi i calcoli vanno illustrati. Insomma: bisogna comunicare in maniera efficace.

Foglio di calcolo per
divisioni di comunioni



Testo del 22.03.2023.