Mediazione Sistemica Relazionale

Perché il sistema e la relazione contano in mediazione?

Cerchiamo di spiegare un cosa complessa in modo semplice

Tre persone che si incontrano costituiscono un sistema di relazioni: ciascun individuo partecipa a quell’esperienza comune contribuendo con la propria personalità e con il proprio carattere. Ma le caratteristiche individuali cambiano a seconda delle persone con cui interagiamo: Luigi ha una personalità piuttosto stabile, ma quando parla con Gloria usa “modi di fare” diversi dai modi che usa per interagire con Fabio. Perciò un sistema è qualcosa di più complesso della somma delle sue parti. E un mediatore chiamato a facilitare un accordo dovrebbe comprendere questa complessità, soprattutto quando la relazione tra le parti è particolarmente significativa, come in mediazione familiare o sanitaria.

Poligoni

Le parti del sistema sono gli individui (come i vertici di un poligono), ma il sistema è una complessità che risulta da più elementi:

Lo studio di un sistema può sembrare “una geometria sosfisticata”: si studia il perimetro di un poligono, si studiano le connessioni interne tra tutti i vertici, si qualificano le relazioni con tratti diversi... Più parti contribuiscono a un sistema, più il sistema risulta complesso: da un triangolo a un esagono, a un ottagono e via dicendo.

La mediazione come sistema di relazioni

Due o più litiganti costituiscono un sistema di relazioni: perciò, per capire le ragioni di una lite e per trovare una soluzione amichevole, bisogna capire il sistema in sé. Anzi: una lite è un sistema che si può ri-orientare verso la collaborazione, con l’aiuto di un mediatore che sappia intervenire efficacemente.

Ma tutte le altre persone coinvolte nella lite partecipano al sistema: gli avvocati delle parti e il mediatore stesso partecipano al sistema per il semplice fatto di essere seduti attorno al tavolo insieme ai litiganti. Perciò, un mediatore sistemico-relazionale è un professionista che sa coinvolgersi in modo neutro nel conflitto: “sa coinvolgersi” perché è impossibile che il mediatore (come chiunque altro) rimanga dissociato dalla realtà che vive; ma la comprensione di come funziona il sistema aiuta il mediatore ad avere consapevolezza della propria posizione professionale, e lo aiuta a decidere come intervenire nel sistema per modificarlo.

Il mediatore sistemico-relazionale vede la lite e la negoziazione come sistemi di comunicazione tra le varie parti: il mediatore è un tecnico della comunicazione che dialoga con le persone usando strategie e tecniche professionali, calibrandosi sul modo di comunicare dei vari partecipanti. Allora il mediatore modifica il modo di comunicare usato da ciascun partecipante, per uniformare le “cornici semantiche” e per costruire un ecosistema funzionale all’accordo.

Il setting è la fase primaria della mediazione sistemico-relazionale: la capacità del mediatore di creare un ambiente comunicativo efficace determina l’esito della mediazione, ma può richiedere del tempo. Perciò, sarebbe bene che le parti (i litiganti e i loro avvocati) si preparassero in anticipo, comprendendo il significato profondo della mediazione sistemica relazionale, che non è solo una trattativa strategica, ma che innanzitutto è “un desiderio di capire cosa non va tra me e l’altro”. Se manca questo stimolo, non c’è spazio per il confronto e per la negoziazione e, soprattutto, non c’è spiraglio di conciliazione: perché le parti devono volersi (ri)conciliare.

La mediazione sistemica relazionale si capisce con una formazione specifica

Spieghiamo il modello sistemico-relazionale in tutti i nostri corsi di formazione: quelli basilari per Mediatori civili e commerciali, quelli di Aggiornamento professionale e quelli per Avvocati, perché ci siamo specializzati in questo settore particolarissimo della mediazione e della negoziazione: un settore in cui aiutiamo le persone a capirsi, oltreché a risolvere i problemi legali.

copertina

Testo del 02.03.2023.