Capire le Emozioni

Cosa sono le emozioni?

La parola emozione significa il processo psichico che associa uno stato affettivo (interno della persona) a uno o più stimoli ambientali (esterni alla persona) e all’esigenza di esprimere quella sensazione con una serie di attività muscolari (dal latino e+movere: “portare fuori”).

L’espressione delle emozioni dimostra i pensieri e le intenzioni di una persona: il linguaggio non-verbale (del corpo) “rappresenta” lo stato emotivo psichico, che dipende da fattori complessi e che definisce le preferenze delle persone e la loro attitudine a compiere certe scelte piuttosto che altre.

Come funzionano le emozioni?

Le emozioni dipendono dal sistema limbico del cervello: un sistema di aree neurali che processa gli stimoli sensoriali (vista, udito, tatto, olfatto, gusto), elaborando risposte comportamentali standard di avvicinamento o di allontanamento, di gradimento o rifiuto.

Il sistema limbico è costituito da tre elementi:

  1. Talamo, che seleziona gli stimoli sensoriali da somministrare al resto del sistema.
  2. Amigdala, che associa i segnali sensoriali a risposte di gradimento o rifiuto.
  3. Ippocampo, che memorizza i modelli comportamentali di stimolo-risposta.

La prima sezione del sistema limbico (talamo+amigdala) impiega pochi millesimi di secondo per elaborare le informazioni e per definire le reazioni di gradimento o di rifiuto agli stimoli ambientali; quindi invia le istruzioni alla corteccia cerebrale premotoria, che attiva immediatamente (entro pochi millesimi di secondo) le azioni muscolari di aggressione (per accaparrare risorse ambientali) o di fuga (per proteggersi dalle minacce ambientali).

Il sistema talamo+amigdala invia il risultato di ogni operazione (gradimento o rifiuto) anche alla corteccia prefrontale, che valuta razionalmente (entro qualche centesimo di secondo, o addirittura entro un paio di secondi) le condizioni ambientali, e ordina alla corteccia motoria di correggere le istruzioni impulsive, esaltandole (se conferma la valutazione del sistema limbico) o sopprimendole (se disconferma la valutazione del sistema limbico). Ecco perché a volte capita che accenniamo un comportamento (per es., allungare una mano per prendere una tartina, se abbiamo fame), ma subito dopo lo interrompiamo (per es., posare la mano sul tavolo, se capiamo che bisogna attendere l’arrivo di un commensale).

La seconda sezione del sistema limbico (amigdala+ippocampo) associa statisticamente gli stimoli ambientali alle risposte comportamentali di gradimento e rifituo, determinando la nostra memoria emotiva: i ricordi più persistenti infatti sono quelli associati alle emozioni più forti; e d’altra parte certi stimoli sensoriali (come odori o sapori) possono rievocare ricordi anche molto lontani nel tempo.

Quali sono le emozioni?

Robert Plutchick ha catalogato 8 emozioni oppositive di base: Gioia e Tristezza; Fiducia e Disgusto; Rabbia e Paura; Anticipazione e Sorpresa. Paul Ekman le ha ridotte a 7: Gioia e Tristezza; Rabbia e Paura; Sorpresa e Disgusto; Disprezzo.

La catalogazione di Ekman è la più accreditata in ambito scientifico perché dipende da rilevazioni psico-somatiche universali: le persone di culture diverse, anche cieche dalla nascita, esprimono le stesse emozioni usando gli stessi marker (indicatori) muscolari, che evidenziano componenti dicotomiche funzionali, cioè che associano le stesse opposizioni nei movimenti muscolari alle stesse opposizioni degli stati affettivi: per es., la Rabbia fa abbassare le sopracciglia e fa serrare la mandibola, mentre la Paura fa sollevare le sopracciglia e fa crollare la mandibola.

Imparare a riconoscere le espressioni facciali delle emozioni richiede un addestramento specifico, che si svolge on-line, studiando gli indicatori muscolari univoci ed esercitandosi a riconoscere le variazioni micromillesimali delle espressioni facciali, guardando filmati interattivi e svolgendo test di valutazione specifici.

A cosa serve conoscere le emozioni?

Capire le emozioni serve a capire le persone; serve a relazionarsi proficuamente con loro (un negoziatore deve comprendere gli interessi profondi dei suoi interlocutori); serve a stringere legami profondi e duraturi, improntati alla fiducia (uno psicologo deve restituire la comprensione del mondo affettivo di un paziente).

Capire le emozioni serve a proporre argomenti di discussione che le persone considerano importanti o addirittura vitali in certe circostanze (un project manager deve identificare i valori dei propri stakeholder); serve a negoziare accordi efficienti, per soddisfare le esigenze primarie degli interlocutori (un imprenditore deve concludere contratti vantaggiosi per se stesso, ma anche per i partner in affari); serve a recuperare relazioni fratturate e a comporre conflitti altrimenti irrisolvibili (un mediatore deve mettere una parte nei panni dell’altra).

Capire le emozioni serve a rappresentare un mondo affettivo (un disegnatore deve identificare le azioni muscolari più rilevanti di una reazione emotiva); serve a persuadere qualcuno a compiere una scelta (un pubblicitario deve fare leva sugli impulsi immediati di un acquirente indeciso).

Come si impara a riconoscere le emozioni?

Abbiamo preparato un corso di formazione on-line, che puoi studiare quando vuoi nell’arco di 3 mesi (poi le credenziali scadono e devi iscriverti nuovamente):


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Pagina del 06.11.2020.